Chi dovrebbe ricevere il nuovo richiamo COVID? Ecco cosa devi sapere
Perché è necessario un nuovo richiamo?

La Therapeutic Goods Administration (TGA) australiana ha recentemente approvato un nuovo richiamo COVID sviluppato da Pfizer, mirato alla sottovariante JN.1 di Omicron. Questo rappresenta la quinta iterazione dei vaccini anti-COVID, aggiornati regolarmente per tenere il passo con la rapida evoluzione del virus SARS-CoV-2.
Ma è davvero necessario un nuovo richiamo a quasi cinque anni dall'inizio della pandemia? Ecco alcune informazioni chiave da considerare:
Perché è necessario un nuovo richiamo?
Il nuovo vaccino mira alla proteina spike del virus, che continua a evolversi nel tempo. Le mutazioni nella proteina spike rendono meno efficaci gli anticorpi prodotti dai vaccini o dalle infezioni precedenti. Per contrastare questa evoluzione, gli scienziati aggiornano i vaccini per adattarli alle nuove varianti e migliorare la protezione.
Chi dovrebbe vaccinarsi?
- Persone vulnerabili: Per gli adulti oltre i 65 anni e per chi ha condizioni mediche che causano immunodeficienza, si raccomanda di ricevere un richiamo ogni sei mesi.
- Adulti sani: Per gli adulti tra 18 e 64 anni, è consigliato un richiamo annuale, anche se sono idonei ogni sei mesi in caso di particolari vulnerabilità.
- Popolazione generale: Anche per i giovani e sani, il richiamo annuale può ridurre il rischio di forme gravi di COVID e di sviluppare sintomi persistenti, noti come “COVID lungo”.
Quando sarà disponibile?
In Australia, il vaccino mirato a JN.1 potrebbe essere disponibile entro il prossimo mese. Questo aggiornamento arriva in un momento cruciale, dato l’avvicinarsi del periodo festivo, che rappresenta un’opportunità per proteggere se stessi e i propri cari in vista di riunioni sociali.
Conclusione
Il nuovo richiamo offre una protezione mirata contro le varianti più recenti del COVID-19, e si consiglia di consultare il proprio medico per valutare se sia opportuno riceverlo.
Per maggiori dettagli, puoi leggere l'articolo completo pubblicato dal Prof. Nathan Bartlett su The Conversation.